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Archivio mensile:settembre 2012

Lavitola presenta il conto a Berlusconi

La lettera con cui Lavitola chiede (esige?) aiuto (ricambio di favori?) all’ex premier.

All’origine del caso una lettera, datata “Rio de Janeiro 13 dicembre 2011”, e sequestrata dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza su mandato dei pm Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli. E’ stata trovata nel computer dell’uomo d’affari italoargentino Carmelo Pintabona  –  indagato perché ritenuto il tramite tra Lavitola e l’ex premier  – e depositata agli atti del giudizio immediato a carico di Valter Lavitola (ex direttore ed editore de l’Avanti! imputato di tentata estorsione ai danni di Silvio Berlusconi). In quello scritto, che secondo quanto riferito da Pintabona non sarebbe stato recapitato al Cavaliere, Lavitola detta le sue condizioni all’uomo che, in quel momento, è il capo del governo italiano. Indica nomi, fatti, circostanze sulla cui fondatezza sono in corso accertamenti. Ovviamente, è solo la versione di Valter.

Da la Repubblica.it articolo di  Dario Del Porto e Conchita Sannino del 28 settembre 2012

“Cavaliere, lei è in debito con me”. Ecco la lettera del ricatto di Lavitola a Berlusconi – Il Fatto Quotidiano.

 
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Pubblicato da su 29 settembre 2012 in (dis)informazione, Buongiorno

 

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La Stampa – Sostiene Lavitola

 (dal Buongiorno di Massimo Gramellini)

La Stampa – Sostiene Lavitola.

 
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Pubblicato da su 29 settembre 2012 in (dis)informazione, Buongiorno

 

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Renato Farina “scagiona” Sallusti

segue da https://dallapartedispessotto.wordpress.com/2012/09/27/sallusti-larticolo-che-potrebbe-costargli-il-carcere/

Stando agli ultimi sviluppi, Dreyfus, l’autore del tanto contestato articolo, sarebbe Renato Farina, non Alessandro sallusti.

Il Fatto Quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/27/caso-sallusti-farina-confessa-scrissi-io-quellarticolo-su-libero/365104/

Pubblico http://pubblicogiornale.it/politica/scoppia-lira-di-feltri-dreyfrus-e-farina-e-un-vigliacco/

 
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Pubblicato da su 27 settembre 2012 in (dis)informazione

 

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Sallusti: l’articolo che potrebbe costargli il carcere

In questi giorni si dibatte sul caso Sallusti. Il direttore de Il Giornale infatti rischia di scontare una condanna per diffamazione, ai danni del giudice Giuseppe Cocilovo, di un anno e due mesi di carcere o di arresti domiciliari per un articolo scritto su Libero nel 2007, sotto lo pseudonimo di Dreyfus.

Diffamazione, art. 595 codice penale« Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusionefino a un anno o con la multa fino a euro 1032.

Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.

Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate» (wikipedia)

Tale norma però va bilanciata con “In particolare, i diritti di cronaca e critica trovano fondamento nell’articolo 21 della Costituzione, che sancisce che Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Per risolvere la presunta antinomia di norme fra l’articolo 21 della Costituzione e gli articoli 594 e 595 del codice penale (norme che tutelano anch’esse un bene di rango costituzionale quale l’onore, espressione della personalità umana tutelata dall’articolo 2 della stessa Costituzione) si fa generalmente riferimento alla nozione di limite del diritto.

In particolare, la giurisprudenza, con una lunga opera di interpretazione, ha elaborato dettagliatamente i limiti di operatività del diritto di cronaca; le condizioni, cioè, necessarie affinché il reato di diffamazione venga scriminato dalla causa di giustificazione in discorso. In sintesi, perché operi la scriminante, è necessario: a) che vi sia un interesse pubblico alla notizia; b) che i fatti narrati corrispondano a verità; c) che l’esposizione dei fatti sia corretta e serena, secondo il principio della continenza.” (wikipedia)

Ciò su cui si dibatte è: possibile andare in carcere per reati di opinione, anche se a mezzo stampa? Insomma, può un giornalista andare in carcere per ciò che scrive?

L’articolo comunque è il seguente.

da slideshare.net Il Fatto Quotidiano

Mi permetto di aggiungere il link al commento di Michele Serra sulla sua rubrica (L’Amaca) su la Repubblica (e consiglio nel farlo di leggere anche la “ricostruzione dei fatti“, che lui stesso cita, ad opera di Alessandro Robecchi).

Hashtag su Twitter #siamotuttisallusti

Continua https://dallapartedispessotto.wordpress.com/2012/09/27/renato-farina-scagiona-sallusti/

 
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Pubblicato da su 27 settembre 2012 in (dis)informazione

 

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Quella volta che vidi i Radiohead a Firenze…

30000 persone, 1 gruppo musicale (Radiohead) in vena di sperimentazione, 1 parco interamente chiuso ai motori (Parco delle Cascine, Firenze), 58€ circa di biglietto, 2 ore di musica, 5/6 km a piedi causa strade chiuse-traffico-parcheggi-ecc.

Mischiate il tutto e agitate bene. Non è ancora abbastanza.

Provate ad aggiungere le luci, i panini e le birre, l’atmosfera magica da concerto serale all’aperto. Agitate di nuovo… Ah, ecco cosa, quasi dimenticavo, 2 mesi e 22 giorni di attesa più del necessario, causa tragico incidente durante il tour e conseguente annullamento date con concerto rimandato. Dal 1 Luglio si slitta così al 23 Settembre, nuova data fiorentina. Manca ancora qualcosa…

Il fatto è che non si può raccontare un concerto, perché la musica non si racconta, si ascolta, si vive, al massimo se si è capaci la si scrive, ma non la si racconta, perché non è una storia, non è un fatto di cronaca né una leggenda, non ha una trama come un romanzo o un film, non si dipana come un filo rosso ma ti avvolge e ti tiene caldo come un maglione della nonna quando fa freddo e piove. Ha l’effetto dell’amore che ti scalda dentro e quello della paura che ti fa venire la pelle d’oca, ma non è né l’uno né l’altro. La senti nell’aria ma non è vento, riempie i vuoti ma non ha sostanza…

Ok, ho esagerato, veramente.

Sentimentalismi a parte, non sono un grande fan, né un grande conoscitore dei Radiohead, in pratica mi limito all’album The Bends e ai grossi successi fino all’album successivo, per cui ho assistito al concerto più con il piglio dell’esploratore che con quello del contemplatore. Risultato, sono finito dentro un turbinio di suoni che mischiano elettronica, strumenti “classici” e voce. Roba buona da ballare, ma, sinceramente, di poca sostanza ad un primo ascolto, e volendo pure un po’ neniosa. Nonostante ciò quello che ti arriva è qualcosa di dolce e alle volte quasi sensuale, suadente, inevitabilmetnte finisce col coinvolgerti e appagarti. Roba da “estasi”, non mi sorprenderei di trovarmi di fronte un santone moderno versione 2.0 in meditazione (oddio, qualcuno sembra quasi provarci), o un hippie strafatto catapultato qui dal ’68.

 

C’è chi balla, chi amoreggia, chi mantiene un atteggiamento più classico da fansottoilpalcochecantaasquarciagola. C’è gente un po’ di tutti i tipi, dal nerd al fattone, e dall’età variabile, dalle ragazzine agli ultratrentenni. Il concerto, inquadrato nell’atmosfera generale, vale i soldi che spendi (partendo dal presupposto che purtroppo questi sono i prezzi, ovviamente). I km a piedi sono solo un ricordo quando li senti suonare. Ti lasci andare, come cullato, chiudi gli occhi, anzi no perché i giochi di luce rendono il tutto più brioso, e ti godi due ore di buona musica. Chiaramente tutto ciò richiede mente discretamente aperta e 0 integralismo musicale (vedi il percorso della band britannica dai primi album ad oggi e capirete cosa intendo), altrimenti non funziona. Se pensate di andarvi a sentire i primi Radiohead di Creep infatti siete fregati, in scaletta c’è posto quasi esclusivamente per gli ultimi album (molto meno rock e molto più elettronica). Felice eccezione per Karma Police, che ottiene grande risposta dal pubblico, forse unico momento in cui si ha la netta sensazione di essere ad un concerto di una (ex?) rock band, e non quella mista del dubbio di essere in una grande discoteca all’aperto.

 

Se dovessi dare un giudizio però, rimarrei in positivo, non solo perché il concerto me lo sono goduto pur essendo un “ignorante”, e già questa mi sembra una prova discretamente valida sia della bontà del concerto sia della bravura della band, ma perché finito lo spettacolo ho voglia di scoprire tutto il loro repertorio, percorrere la loro strada e seguirli con più attenzione in futuro. Alla fine credo abbiano fatto breccia, almeno su di me, per gli altri 29999 credo sia un’altra storia.

Scaletta Radiohead @ Parco delle Cascine, Firenze 23 settembre 2012

Consigliati:si!!

 
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Pubblicato da su 25 settembre 2012 in Musica, Recensioni

 

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